Guido Ercole, Gruppo Modellistico Trentino, 2022

Angelo emo jacopo nani

28.00
Un libro che si legge come un romanzo ma che in realtà è la storia reale vissuta da due uomini di mare veneziani negli ultimi decenni del '700. Una storia finora mai narrata nel complesso delle sue varie e suggestive sfaccettature.
In tutti i testi nei quali vengono raccontati gli avvenimenti degli ultimi anni della Serenissima sono descritte, infatti, le gesta di Jacopo Nani ( 1725-1797) e di Angelo Emo ( 1731-1792), i due ultimi grandi ''Capitani da Mar'' della Repubblica, trattando separatamente le loro vicende e le loro imprese. Imprese che si sono succedute in anni di-versi, di seguito le une con le altre, quasi in un ''puzzle'' difficile da ricostruire ma che, sicuramente, si influenzarono a vicenda.
I due erano cugini di primo grado, essendo figli di sorelle, e appartenevano a due famiglie nobili molto legate tra di loro che si scambia-vano continuamente aiuti, notizie ed esperienze reciproche. Ebbero gli stessi precettori e frequentarono i medesimi ambienti nei quali si muovevano le menti più brillanti e innovative della loro epoca. Il destino, o le consuetudini familiari, vollero poi che entrambi entrassero in Marina, corpo a cui dedicarono gran parte delle loro vite, con avventure parallele spesso interconnesse le une con le altre.
I due uomini erano, comunque, molto diversi tra di loro.
Jacopo Nani, persona molto schiva, fu l'intellettuale dei due, la ''mente'' che escogitò anche nuovi sistemi di conduzione della marina nel suo complesso e li descrisse nei suoi libri, letti però solo da una ristretta cerchia di iniziati e restando nell'ombra per i più. An-gelo Emo, invece, molto esuberante e con un carattere assai spigoloso, fu ''l'uomo d'azione'' che mise in pratica queste nuove teorie, il ''braccio operativo'' che rese possibile l'applicazione di gran parte delle nuove idee e che, come tale, passò alla storia avendo anche solleticato la pubblica opinione con le proprie imprese.
Il libro racconta tutte queste vicende, mettendo in luce le relazioni reciproche tra questi due ultimi ''veneziani'' che, pur avendo cercato di svecchiare un mondo oramai prossimo alla fine dei propri giorni dando anche preziose indicazioni di cambiamento e aver compiuto imprese degne di nota, morirono troppo presto e non riuscirono, alla fine a portare a termine la loro opera e a salvare, in tal modo, l'indipendenza della Serenissima.
L'ultimo capitolo del libro poi, dedicato sia ai cultori di storia che ai modellisti navali, presenta una ragionata ricostruzione della fregata grossa “Fama'', la nave ammiraglia di Angelo Emo, di cui si propone anche un documentato modello. Sicuramente la più bella nave a vela mai varata nell’Arsenale di Venezia durante la Repubblica.

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