Carlo Vanoni, Solferino, 2021

I Cani di raffaello

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L’arte può salvare? L’arte può uccidere? Da mesi Raffaello si rigira in testa queste domande: da quando Matteo, il figlio della sua compagna, ha perso un occhio ed è finito in coma per un’aggressione omofoba. E all’improvviso tutta la sua cultura, tutta la bellezza che ogni giorno studia come professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, a Raffaello non bastano più. Vuole una cosa sola: la vendetta. Ha deciso di tenere un ultimo corso, sull’arte minimalista e concettuale. Ai suoi studenti intende lasciare un messaggio: la bellezza non salverà il mondo da sola e le stesse emozioni che danno luce alla vita rischiano di colorarla di violenza. Sarà il suo canto del cigno prima di abbandonare l’alveo rassicurante della teoria, e passare alla brutalità dei fatti. Non bastano a dissuaderlo né la compostezza della sua compagna, Rosaria, né la dolcezza della dottoressa Jeanne de Couteaux, che cura Matteo: con l’aiuto del Colombiano, commerciante di pietre preziose con un passato nella lotta armata, Raffaello mette in atto il suo piano indicibile. Una storia di ricerca e d’amore, dietro cui si staglia la parabola struggente dell’artista contemporaneo Félix González-Torres e del suo compagno Ross Laycock, morto di Aids. Il percorso di scoperta di Raffaello è una riflessione aperta sul nostro tempo: la passione deve sintonizzarsi con la ragione, per riuscire a salvarci.

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