Jean Rhys, Adelphi, 2013 - 5° Ediz.

Il Grande mare dei sargassi

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«C’è in Jane Eyre di Charlotte Brontë un personag­gio minore, ma discretamente inquietante. Il per­sonaggio di una folle reclusa che si dice sia una bella ereditiera creola. Jean Rhys ha avuto l’idea di rico­struire la vita di una simile ombra labile e confu­­sa prima dell’arrivo in Inghilterra. Una idea può es­sere buona o cattiva ... a se­conda dell’esecu­zione. Ora l’esecuzio­ne di Jean Rhys è straordi­naria, un ro­manzo avvele­nato di fa­scino, squili­brato di passioni, con­dan­nato e riscat­tato dalla magia ... Scacciata dal suo paradiso di Coulibri, Antoinette affronta un tra­gico e tu­mul­­tuoso destino d’amore e follia pro­prio perché di tale tragicità e tumultuosità è con­vinta lei per pri­ma. O, facciamo, per seconda. Per prima ne è con­vinta Jean Rhys che con mano im­placabile e de­li­cata, com­plice e spietata sospin­ge la sua ero­ina a bru­ciare e consumarsi nello straor­dinario ro­manzo che è Il grande mare dei sar­gassi sino a ridursi al­l’om­bra labile e confusa di un per­sonaggio mi­nore del­lo straordinario romanzo che è Jane Eyre di Charlotte Brontë».

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