Vittorio G. Rossi, Lindau, 2023

Oceano

18.00
Pubblicato per la prima volta nel 1938 da Bompiani e vincitore del Premio Viareggio nello stesso anno, Oceano rappresentò una novità nel panorama letterario italiano di quegli anni. Originale era la sua struttura, che intesseva abilmente racconti di traversate, di luoghi e di incontri, ripescati dal protagonista, imbarcato su un piroscafo norvegese, «dall’ombra della memoria». Ma soprattutto originale era la voce di Rossi: la sua scrittura, che sembra nascere senza mediazioni dall’esperienza della realtà, trova in Oceano una delle sue prove più convincenti. È il mare che dà il ritmo al racconto, portando il lettore a vivere epiche cacce alla balena, salvataggi insperati e drammatici naufragi, in mezzo a nebbie tentacolari, a spaventose tempeste e alle architetture fantastiche dei ghiacci artici. Nel ben calibrato flusso di storie, lo scrittore – non diversamente da Melville e da Conrad – riflette e si interroga sul rapporto che lega l’Uomo alla Natura, sul senso della Vita e della Morte e su quello del nostro breve e incerto viaggio sulla superficie del pianeta.

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