Richard Prum, Adelphi, 2020

L' Evoluzione della bellezza

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Secondo la visione comunemente accetta­ta della selezione naturale, perché un carattere si evolva è necessario che sia adatta­tivo, che aumenti cioè la probabilità di so­pravvivenza dell’individuo. Con uno scar­to audace rispetto all’ortodossia dominan­te, Richard Prum ipotizza invece in questo libro che alcuni tratti, soprattutto quelli coinvolti nel corteggiamento, siano frutto di scelte arbitrarie: una specie manifeste­rebbe una preferenza per un certo caratte­re giudicato bello, e in base a quella prefe­renza uno dei due sessi (in genere quello femminile) effettuerebbe la scelta del part­ner. La prole della coppia erediterebbe co­sì non solo il carattere ritenuto attraente, ma anche la preferenza. In effetti nell’Origine dell’uomo Darwin aveva delineato una visione puramente estetica della selezione sessuale: ma i tempi non erano maturi, e per i suoi colleghi dell’epoca vittoriana l’idea che le preferenze femminili – l’«im­morale capriccio femminile», come veni­va allora chiamato – potessero rappresen­tare una pressione selettiva determinan­te era inconcepibile. Centocinquanta an­ni dopo, con indiscutibile autorevolezza, Prum conferisce nuova vita alla teoria ri­voluzionaria di Darwin, ma si spinge oltre: spaziando tra biologia evolutiva, filosofia e sociologia, riscrive la teoria dell’evoluzio­ne (che si tratti dell’evoluzione delle pen­ne del pavone o di quella dell’orgasmo femminile), riscatta il ruolo della bellezza e del desiderio, e ci offre una nuova, affa­scinante storia naturale incentrata sull’ar­bitrio femminile e il senso del bello con­trapposti alla legge della lotta e al dominio del più forte.

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