Adriano Penco, Magenes, 2019

Scatti sommersi-Vol. 3

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Malgrado siano trascorsi alcuni decenni da quelle prime diapositive e dalle serate che organizzavo con proiezioni artigianali, la voglia di portare sott'acqua anche chi non può bearsi del meraviglioso mondo sommerso non è mai venuta meno. Per fare ciò oggi produco fotografie distinguibili, di facile riconoscimento, senza cadere nell'esasperazione di close-up o nel sensazionalismo. Al contrario mi attengo alla poetica dell'immagine che rappresenta per me il concetto cardine su cui ruota l'identità, lo stile e le sensazioni artistiche dell'autore. Lo stile fa risaltare la differenza e l'innovazione di un fotografo rispetto a un altro, che non significa mettersi in competizione ma solo esprimere differenti interpretazioni. Studio, applicazione e sperimentazione nel corso degli anni hanno influenzato il mio linguaggio visuale, i valori tattili, la composizione spaziale. La continua evoluzione ha modificato la mia tecnica e stile illustrativo rendendomi un perenne studente. Sono avido nell'apprendere le tecniche più aggiornate, perché se impiegate e amalgamate con raziocinio e intelligenza consentono di stimolare la creatività e la crescita. Nel tempo dalla fotosub analogica sono passato al digitale, attraverso reportage per l'editoria o foto per racconto, alla rappresentazione tramite segno, forma e colore, fino a esaltare il movimento, l'eleganza e la relazione tra uomo e animale. Un rapporto tenero, che pone entrambi su un livello di gioiosa condivisione del mondo sottomarino, perché la vita è nel movimento, e compito di un fotografo è ridargli quella vita anche se l'immagine verrà vista un secolo dopo.

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