Paolo Dell'oro, Il Frangente, 2018

Storia del punto nave

23.00
Fin dagli albori della navigazione due sono le domande fondamentali dell’arte marinara. Dove siamo? Quale rotta dobbiamo seguire? Nell’antichità l’uomo affrontava il mare senza bussola né sestante; affidandosi al proprio istinto e alla propria esperienza, si navigava non solo lungo le coste del Mediterraneo, per brevi tratte di isola in isola, ma si traversavano anche immensi e sconosciuti oceani. L’incertezza sulla propria posizione rimase una costante dei viaggi in mare per secoli, l’osservazione degli astri forniva indicazioni molto approssimative e nemmeno l’invenzione della bussola apportò grande beneficio. Gli strumenti per l’osservazione celeste andarono via via affinandosi in concomitanza ai grandi viaggi di esplorazione del globo su rotte mai battute, verso terre mai nemmeno immaginate prima la cui posizione rimaneva spesso per decenni impossibile da ricostruire. Nell’epoca moderna, con l’invenzione del sestante e successivamente del cronometro marino, l’uomo trovò finalmente risposta alle sue domande e dopo una lunga epopea venne svelato anche l’enigma del calcolo della longitudine. Oggi l’avvento dell’elettronica e dei sistemi satellitari ha liberato il calcolo del punto nave da qualsiasi incertezza, forse a scapito dell’intuito e dell’abilità del navigante.

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