Angela Vettese, Il Mulino, 2017

Venezia Vive

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Si può narrare Venezia attraverso le voci degli antichi, dei romantici, ma anche dei nostri contemporanei che continuano a ripeterci la malinconica e inesorabile decadenza di una città popolata da spettri e ingoiata da orde di turisti mordi e fuggi. Ma lo si può fare anche in modo diverso, a partire da uno sguardo su quella folla che ogni giorno vi si riversa per lavorare e costruire su percorsi inediti un nuovo presente, fatto di arte e sapere. Giovani che si impiegano in ambiti produttivi legati alle arti contemporanee e alle nuove tecnologie; un turismo culturale attratto da mostre e spettacoli, ma anche un nuovo flusso di intellettuali che arrivano a Venezia per risiedervi per periodi più o meno lunghi. Quella di Angela Vettese è una città che si ristruttura continuamente in maniera ingegnosa e sperimentale, capace per questo di attirare investitori che vi restaurano Punta della Dogana, il Ponte di Rialto o l'Accademia. È una Venezia controcorrente, dove la cultura del contemporaneo - sbocciata con la Biennale - è la chiave per proiettarla nel futuro.

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