Lucio Toth, Biblioteca Dell'immagine, 2016

Storia di zara

14.00
Ogni tanto il nome di Zara riappare nei giornali e la sua storia è oggetto di studi e di ricerche nelle Università, non solo italiane o croate. Parlando della Dalmazia, si deve ricordare per forza la sua città più antica e contesa, che ne è stata capoluogo, o modesta capitale di un regno mai esistito se non sulla carta. Perché nella realtà storica, dopo Roma e Bisanzio, è stato dominio della Corona d'Ungheria, della Repubblica Veneta, degli imperi napoleonico e Austro-Ungarico, malgrado la corona regale inalberata sul suo stemma con i tre leopardi in campo azzurro. In origine il campo era rosso. Fu Venezia a volerne cambiare il colore per non confonderlo con la porpora del gonfalone della Serenissima. Città importante da essere contesa nei secoli da potenze continentali e marittime: gli Imperi romano e bizantino, quello carolingio, il Regno croato e ungherese, gli Angiò di Napoli, gli Imperi di Napoleone e degli Asburgo, l'Italia unita e la ex Iugoslavia. E prima fra tutte la Repubblica di San Marco, che di questa Zara non sapeva fare a meno. C'è una marea nelle cose umane per usare le parole di Shakespeare - che ha i suoi flussi misteriosi e gioca con il destino di uomini e comunità. E di questa antica comunità, la liburnica Idassa, la romana Iadera, la bizantina Diadora, l'italiana e veneta Zara, la croata Zadar, si racconta in questo libro.

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