Leonardo D'imporzano, Magenes, 2015

Palombiro - pagine dal fondo

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Nell’immaginario collettivo il termine “palombaro” rievoca nella mente fotografie sbiadite di personaggi d’altri tempi, uomini che indossavano pesanti scafandri e che si muovevano a stento sui fondali marini, tra il pionierismo e il piacere della scoperta e dell’avventura, il cui ritorno in superficie era dato più dalla clemenza delle profondità marine che dalle abilità personali e dalle conquiste tecnologiche. Pochi sanno invece che i palombari esistono ancora oggi e costituiscono reparti di élite in oltre quaranta Paesi al mondo, ancora meno sanno che la Scuola della Marina Militare Italiana ha una storia di oltre 164 anni sulle spalle e che, inquadrati nel G.O.S. Gruppo Operativo Subacquei, si selezionano, si addestrano e hanno la loro sede presso il Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei” sul promontorio del Varignano, a Le Grazie, pochi passi da La Spezia. Ma chi è oggi il palombaro? Il palombaro non è un combattente, è un esperto in ricerca e soccorso. Ritrova quello che si è perso in acqua, riporta in superficie quello che è affondato, toglie di mezzo quello che intralcia. Un aspirante palombaro, conquistato l’agognato basco blu al termine di un corso di 44 settimane, acquisisce capacità multiple che vanno dal riconoscimento di ordigni alla loro successiva neutralizzazione, fino al soccorso di sommergibili sinistrati. Sul perché un “marinaio” voglia oggi fare il palombaro, prova a rispondere l’autore di questo volume, primo giornalista “embedded” che ha avuto l’opportunità di seguire l’80° Corso Ordinario Palombari (2012-2013) dall’“interno” in un ruolo unico e privilegiato. Attraverso le pagine di questo libro, infatti, entra nel vivo del lato umano, ne esplora i risvolti, in un contesto e in situazioni di assoluta straordinarietà: tra speranze, illusioni e desideri degli allievi, ricordi, aneddoti e aspettative degli istruttori, nonché dei palombari in servizio, le storie individuali loro e di quelli in congedo, in un percorso della memoria personale per offrire uno spaccato diverso e singolare sulla memoria storica. All’insegna d’una scrupolosa autenticità.

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