Stefanos Antoniadis, Anteferma, 2019
Sulla costa - La forma del costruito mediterraneo non accreditato
Opps! sembra che questo titolo sia esaurito!
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Con questo libro si intende proporre una lettura possibile del costruito litoraneo meno considerato del Sud d’Europa, che modelli e strumenti positivistici hanno spesso, e continuano a farlo, in qualche modo rifiutato. Oggetto della ricerca è pertanto quel paesaggio contemporaneo dei segmenti costieri del Mediterraneo fatto di geografia e di objets trouves, forme e materiali ordinari, architetture “non accreditate” esito di pratiche dopotutto non sempre trasparenti – tratti di città informali litoranee, prodotti di autocostruzione, abusivismo e ambiguità normativa – ma che possono interessare non poco chi si occupa di territorio antropizzato odierno.
Volenti o nolenti, questi manufatti, dalla presenza scenica talvolta imponente e brutale, talvolta minuta e ovattata, incarnano da una parte categorie come “l’astrazione, razionalista o metafisica, il monumentalismo, spesso celebrativo, una certa naïveté, sobria o ostentata” proprie dell’ascendente mediterraneo, e dall’altra rappresentano una consistente quota del paesaggio contemporaneo e delle occasioni professionali degli architetti, sempre più chiamati a manipolare, con lo sguardo e con le opere, e sanare questo tipo di situazioni complesse, piuttosto che incrementare ulteriormente la cubatura del costruito sui nostri territori.
Solo gli edifici abusivi in Italia sono il 17%, mentre la percentuale aumenta tra il 30% e il 40% se consideriamo le costruzioni che insistono lungo le linee di costa. La vicina Grecia evidenzia prassi affini; se poi allarghiamo la trattazione anche a quegli edifici autorizzati dal punto di vista normativo, ma tuttavia mai “digeriti” da chi li osserva, è ovvio che parliamo almeno della metà di ciò che abbiamo sotto gli occhi costantemente da anni.
Volenti o nolenti, questi manufatti, dalla presenza scenica talvolta imponente e brutale, talvolta minuta e ovattata, incarnano da una parte categorie come “l’astrazione, razionalista o metafisica, il monumentalismo, spesso celebrativo, una certa naïveté, sobria o ostentata” proprie dell’ascendente mediterraneo, e dall’altra rappresentano una consistente quota del paesaggio contemporaneo e delle occasioni professionali degli architetti, sempre più chiamati a manipolare, con lo sguardo e con le opere, e sanare questo tipo di situazioni complesse, piuttosto che incrementare ulteriormente la cubatura del costruito sui nostri territori.
Solo gli edifici abusivi in Italia sono il 17%, mentre la percentuale aumenta tra il 30% e il 40% se consideriamo le costruzioni che insistono lungo le linee di costa. La vicina Grecia evidenzia prassi affini; se poi allarghiamo la trattazione anche a quegli edifici autorizzati dal punto di vista normativo, ma tuttavia mai “digeriti” da chi li osserva, è ovvio che parliamo almeno della metà di ciò che abbiamo sotto gli occhi costantemente da anni.