Dino Cafagna, Luglio Editore, 2019

La Peste - e i Lazzaretti di Trieste

16.00
La peste, che ha perversato in Europa per centinaia d’anni, causando disastri senza eguali, è sempre stata, a ragione, potendo portare a morte anche la metà delle popolazioni colpite, sinonimo di malattia mortale e come tale causa di terrore e panico tra la popolazione.
Di fronte a una malattia di cui non si sapeva la causa, le modalità di diffusione e soprattutto l’adeguata terapia, l’unico rimedio allora conosciuto era quello di isolare le persone infette. Dopo un periodo di circa quaranta giorni, quelle che sopravvivevano erano considerate sicuramente non più infette o sopravvissute.
Non è un caso che il primo lazzaretto sia stato aperto a Venezia, nel 1423, allora città al centro d’intensi scambi economici con tutto il mondo, che più delle altre soffrì pesantemente per i devastanti danni sulle sue attività commerciali. Da qui, i lazzaretti si diffusero a macchia d’olio in tutto il Mediterraneo, quale unico baluardo valido a contrastare il letale e incurabile morbo. Man mano che le conoscenze mediche si affinavano, i lazzaretti si sono nel tempo continuamente evoluti e migliorati.
La storia di questi stabilimenti, in particolar modo quelli della città di Trieste, ci permette di seguire lo sviluppo non solo nei loro diversi aspetti sanitari e organizzativi, ma anche urbani­stici, architettonici e storici.

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