Claudio Magris, La Nave Di Teseo, 2019

POLENE Occhi del mare

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Claudio Magris torna con un libro che parla di mare, di donne, di navi e di letteratura. Con stile intenso e appassionante, ricco di un furore che si nutre di eros e desiderio, quella raccontata dall’autore triestino è solo apparentemente una storia degli oggetti: in realtà, vero oggetto della narrazione sono le donne, destinatarie principali dell’eros e del desiderio. Le polene, collocate sulla prua estrema delle navi, diventano in queste pagine donne in carne ed ossa e popolano una galleria di ritratti femminili: sono sirene, sono dee, donne comuni o veggenti come Cassandra, seduttrici, madri, sono donne perverse, terribili, visionarie. Attraverso la loro forma e la loro struttura di legno, davanti agli occhi del lettore si svolge una storia colta e stravagante, documentata e luminosa: aneddoti, storie, racconti su musei e cimiteri di navi, una storia del mare e dei suoi piccoli, sconosciuti protagonisti. E anche in questo caso, è facile allontanarsi dai semplici oggetti: il mare, reale o fantasioso che sia, diventa occasione di riflettere sulla vita, le sue zone di luce e ombra, sull’infanzia e la sua spericolatezza, sulla necessità dell’approdo e, non ultima, sulla letteratura – da Octavio Prenz e Giuseppe Sgarbi a Karen Blixen e Hawthorne – come a continuare un percorso che dalla prua della nave conduce sempre in un altrove irraggiungibile.

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