Gianfranco Bettin, Mondadori, 2020

Cracking

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Più di cento anni sono passati dalla nascita del polo industriale di Porto Marghera, che si erge ancora forte in uno scenario apocalittico. In “Cracking” di Gianfranco Bettin, l’autore veneto narra così un pezzo di storia italiana ed industriale che ha cambiato la vita di molte persone. In un quadro spettrale e meraviglioso, tra le industrie e il mare, la fatica, il sudore, le giornate condivise con i compagni, Celeste Vanni ha trascorso la sua vita perché lui a Porto Marghera ci lavora da trent’anni. Celeste ha sempre vissuto così, tra la speranza e la morte, tra i funerali celebrati ai colleghi, tra una lotta per i diritti che non avrà mai fine e tra cantieri e luoghi in trasformazione, come quello in cui avviene il cracking, ovvero dove si spaccano le molecole e si giunge ad una screpolatura della materia. Celeste continua a pensare che vuole giustizia, almeno prima di lasciare tutto. E questo sua moglie Rosi lo sa, perché lei ha sempre condiviso ogni cosa con lui: lo ha accompagnato nel dolore, gli ha dato la forza di continuare a lavorare in quel cumulo di macerie, nebbia e radi raggi di sole. Rosi lo incoraggia a cambiare qualcosa, a non essere mai schivo, mai riluttante. Così, un giorno, Celeste pensa a cosa può fare e gli viene in mente un gesto forte, quasi assoluto e che lo costringerà a scalare una vetta e quella vetta, a Porto Marghera, si chiama ciminiera. Che cos’ha in mente questo uomo che fa l’operaio da una vita? Può davvero compiere una rivoluzione da solo? In “Cracking” di Gianfranco Bettin, un uomo, armato di corde e moschettoni, salirà in alto e riuscirà a vedere le stelle, il fumo e il mare.

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