Ricciardiello Franco, Odoya

Storie di venezia

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Queste "Storie di Venezia", costruite sestiere per sestiere, sono evocate nei luoghi in cui vissero i protagonisti, furono girate le scene dei film e gli scrittori immaginarono ambientati i loro romanzi: da "Il mercante di Venezia" di Shakespeare alle vite parallele di Brodskij e Stravinskij; dalla genesi del "Milione" di Marco Polo a "Fino alla fine del mondo" di Wenders e "Pane e tulipani" di Silvio Soldini; dal passaggio di Dante, Petrarca e Boccaccio a Goldoni e la riforma del teatro; dalla caduta della Serenissima all'arrivo di Bonaparte; dallo scandaloso approdo al Festival del Cinema di Hedy Lamarr, la donna più bella del mondo a Peggy Guggenheim su Canal Grande. Venezia è come uno di quei messaggi chiusi in una capsula ermetica e sepolti da qualche parte per i posteri: sotto un manto stradale, in una navicella spaziale, in una tomba. Qui risuonano i canti notturni dei gondolieri secondo Goethe, i racconti delle imprese amorose di Giacomo Casanova, i sospiri della poetessa prostituta Veronica Franco. Tra le sue calli, sulle sue spiagge, Proust ambientò alcuni capitoli della "Ricerca del tempo perduto", Thomas Mann narrò l'amore infelice di Gustav von Aschenbach ne "La morte a Venezia", Luchino Visconti girò le scene notturne del suo "Senso". Venezia è un messaggio temporale grande come una città di centomila abitanti. Aliena, lontana, antica, sollecita nella mente del viaggiatore l'idea di un momento irripetibile, memorabile, eterno.

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