Beatrice Mancini, Milieu Edizioni, 2018

Il Respiro di poveglia

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Una piccola barca avanza, lenta, nella nebbia. Verso un destino. Da Malamocco, dove la vita ha trovato una sua strada, attraversando il canal Orfano, verso l'isola di Poveglia, nella laguna di Venezia. Già dal canale, in fondo, quel destino è l'assenza. Chiamato così per il numero dei soldati che ci hanno perso la vita nella guerra tra i Veneziani e i Franchi di Pipino d'Italia, è come un annuncio della vita che lascia i luoghi, abitandoli di ricordi, di immagini, di spazi vuoti. Dove la memoria, come l'acqua, come la nebbia, occupa lo spazio che si ritrova vuoto. Poveglia è stata un sanatorio, una base militare, un luogo di confino politico, un lazzaretto. Per altri è stato un luogo doloroso, perché qualcuno ci ha sofferto, fino al punto di togliersi la vita. O almeno così si dice. Per altri è abitato da fantasmi. Per i lettori sarà un viaggio, tra immagini, storia e immaginazione, tra vite di passaggio. Perché la nebbia rende incerti i confini, ed è bello perdersi cercando vite che non sono le nostre. Per capire, una volta trovate, quanto ci raccontano di noi. Luogo magico e misterioso per definizione, l'isola di Poveglia, spesso al centro delle cronache e delle leggende dei veneziani, viene raccontata attraverso le fotografie di Beatrice Mancini e attraverso le voci immaginarie raccolte dal giornalista Christian Elia.

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