Luciano Canfora, Sellerio, 1986

La Biblioteca scomparsa

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La famosa biblioteca di Alessandria, ricca di 700.000 volumi (molti peraltro sembra fossero già andati perduti), fu bruciata nel 640 d.C. dopo la conquista della città, per ordine del califfo Omar, convinto che l'unico libro utile fosse il Corano (pare che avesse addirittura impedito a Maometto di scriverne una continuazione, per evitare doppioni). Secondo un'altra versione la biblioteca sarebbe già perita ad opera della flotta di Giulio Cesare, che avrebbe assistito indifferente al rogo, mollemente sdraiato accanto a Cleopatra. Canfora dimostra che quello andato in fumo in questa occasione era un deposito di libri forse destinati a ricchi compratori romani, non la biblioteca regia. Responsabile del delitto resta Omar. Canfora conduce l'indagine con la solita perizia, evocando dal variopinto mondo ellenistico tutti i testimoni possibili, compreso un gatto egiziano ammazzato da un cittadino romano, giustiziato a sua volta a furor di popolo dagli egiziani inferociti. Può darsi che da un supplemento d'istruttoria risulti che anche questi delitti non erano casuali. Forse il gatto aveva importanti informazioni sulla biblioteca, ma gli hanno chiuso la bocca, eliminando poi il killer come sempre in questi casi.

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