
Carpinteri & Faraguna, Mgs Press, 2016
Le Maldobrie
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Inviaci una richiesta che cerchiamo in fondo agli scaffali
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SEDICESIMA EDIZIONE. Chi è Bortolo? Chi è siora Nina? A chi appartengono le voci senza volto, candide e petulanti, dei tanti Barba Toni e Barba Checo che di continuo si intromettono come fantasmi? Se vi fa piacere pensate pure ai fantasmi, ma se preferite uno scenario più vivo e più reale, immaginate allora dei vecchi marittimi in pensione che trascorrono le loro giornate sedendo al sole e filando ricordi come fanno tutti i vecchi. E più i vecchi son vecchi, si sa, più i loro ricordi diventano preziosi, remoti, fiabeschi. Così le storie di Bortolo fanno emergere dalle nebbie della Storia tutti gli uomini del re, gli appartenenti a quella Duplice Monarchia che si chiamò Impero austro-ungarico; soprattutto richiamano in vita quei “piccoli” uomini della Marina Austriaca (che allora parlava tutta l’italiano), incrociandone le vicende con quelle dei “grandi” della famiglia imperiale, e ci lasciano intendere – ammiccando – che, nel raffronto, quei “piccoli” non erano poi così “piccoli” e i “grandi” non così “grandi”. Sono ancora storie di armatori astuti e taccagni, di comandanti e capomacchinisti che coltivano strane manie, di cambusieri e marinai per lo più rissosi e burloni, talvolta ingenui, sempre bizzarri, che muovono dalle Vecchie Province e, varcati i sette mari, approdano a città lontane dai nomi fascinosi per vivere avventure o disavventure; senza dimenticare le vicende che si svolgono nel piccolo universo che va dalle Bocche di Càttaro al Golfo del Quarnero, a Trieste, sull’altra costa dell’Adriatico dove ci sono “otocentosetanta tra isole e isole minori senza contare i scòi”.