Elisa Cozzarini, Ediciclo, 2016

Acqua guerriera

12.50
''Infilo la giacca e mi distendo sulla roccia, lo zaino come cuscino, lasciando che tutta la fatica scivoli via. Il bacino della Piave si allarga dai miei piedi in giù, verso Venezia. Quattromila chilometri quadrati, di cui 3900 in Veneto, il resto in Friuli, con il torrente e la diga del Vajont. Con il ricordo dei morti strappati via dall'onda. Visto dall'alto, è la sagoma di un ragazzino con la chioma ribelle sparata in aria. I capelli sono torrenti, si attorcigliano tra boschi e valli dolomitiche. L'ombelico si incunea nelle ghiaie di Papadopoli e i piedi puntano a est, per tuffarsi uniti nel mare. Sono stati gli uomini, nei secoli, a farli muovere a oriente, li hanno allontanati da Venezia, hanno deviato il corso del fiume perché non riempisse la laguna di detriti. Per salvare l'acqua dalla terra.''



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