Pietro Lando, El Squero, 2018

I Primi tumultuosi anni del lido da fisola a spada

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Ma è Venezia il Lido? Certo ne è una appendice straordinaria. Qui –in bicicletta, in barca, in macchina, a piedi – ci si muove fra canneti, alberoni, orti, dune disegnate e modificate dal vento, persino due boschi; e forti, polveriere, telemetri, bunker che hanno attraversato i tempi e le guerre, reali o solo attese, alla Buzzati. Il tutto in una lingua sabbiosa di 11 chilometri, larga poche centinaia di metri, fra mare e laguna, gli spazi aperti dell’Adriatico e l’arcipelago interno delle isole. Spazio dell’avventura alle porte di casa, il Lido è stato anche lo spazio dell’impresa, del capitalismo alberghiero e del turismo mondializzato, con i suoi inventori e personaggi: Fisola, Spada, Volpi, e una mano di architetti, ingegneri, impresari che in pochi decenni tra fine ‘800 e primo anteguerra hanno disseminato l’isola di edifici moreschi e ville liberty, con una nomenclatura viaria ancora intenta a sognare l’impero mediterraneo della Serenissima. Specialista del volo - Le ali di Venezia - Pietro Lando allarga questa volta lo sguardo da S. Nicolò alle spiagge e ai viali, e ai tempi e modi della fase di decollo del Lido: dal cimitero degli Ebrei, dalle cavalcate solitarie di Byron e dalle meditazioni di Goethe all’Excelsior e alle Quattro Fontane, come fu?

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