Simon Leys, Skira, 2013

I Naufraghi del batavia

12.00
“Nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1629, spinto da una buona brezza, il ‘Batavia’ faceva rotta sotto la luna, a vele spiegate. Durante il secondo quarto notturno, l’uomo di vedetta credette di scorgere in lontananza, dritto davanti a lui, un biancore, come se il mare s’infrangesse su un rilievo sommerso. Ne informò il capitano che stava sul cassero, ma quest’ultimo, ritenendo si trattasse di un semplice riflesso della luna sull’acqua, mantenne la nave sulla sua rotta.” Nel 1629, al largo della costa orientale dell’Australia, s’incaglia una nave della Compagnia olandese delle Indie. A bordo ci sono oltre 300 fra uomini, donne e bambini e un ricco, ricchissimo carico. Dopo aver fatto sbarcare i sopravvissuti sugli isolotti vicini, un tale Jeronimus ­Cornelisz assume il comando e organizza la piccola comunità derelitta. Man mano che passano i giorni, l’uomo si rivelerà un despota violento, un assassino e uno stupratore… All’epoca il naufragio del “Batavia” fece ancor più scalpore di quanto non ne farà poi il “Titanic” tre secoli dopo: Simon Leys, grande esperto di racconti di mare, ne racconta la tragica vicenda e delinea il ritratto di un uomo in fuga dall’Olanda, i suoi contatti con uno dei maggiori pittori in odore di eresia e la sua metamorfosi in criminale.

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