Cecilia Moine, Elisa Corrò, Sandra Primon, All'Insegna Del Giglio, 2017
Paesaggi artificiali a Venezia
40.00
Questo volume si propone di narrare la storia di un territorio, a cavallo tra terraferma e laguna, affacciato sul centro storico veneziano, nel cui cuore sorgeva il cenobio dei Santi Ilario e Benedetto, le cui alterne fortune rappresentano un filo conduttore per la narrazione.Il protagonista di questa ricerca è dunque il paesaggio e le reazioni uguali e contrarie che hanno caratterizzato nei secoli la relazione tra l’uomo e l’ambiente. Il monastero perduto dei dogi, devastato dalle piene brentane, ha attirato la curiosità di numerosi studiosi, tanto da rendere difficile un elenco esaustivo di quanti si sono occupati di questa materia. Argomenti quali, le origini di Venezia, le trasformazione del paesaggio lagunare, l’idraulica della Serenissima e l’archeologia del XIX secolo, convergevano immancabilmente su questo sito. Questo volume è quindi anche un tentativo di ricomposizione delle ricerche del passato, messe al servizio della ricostruzione del paesaggio.Il testo esordisce con un punto di vista geologico e geomorfologico, dedicando particolare attenzione, oltre ad una sintesi del noto, ai punti che si sono rivelati nodali per la ricostruzione dell’area in epoca medievale. Prosegue quindi con una sintesi delle modifiche ambientali e insediative tra alto Medioevo ed epoca moderna alla luce delle fonti scritte. Quindi l’attenzione si sposta sul sito di Sant’Ilario, partendo dagli sterri ottocenteschi, e procedendo con i risultati recenti dell’archeologia stratigrafica, dalle ricognizioni di superficie ai saggi di scavo, alle sintesi geoarcheologiche. Il capitolo conclusivo si propone come un momento di riflessione sulla storia di Sant’Ilario attraverso i risultati di questa ricerca, che si auspica rappresentino un punto di partenza, e non di arrivo, per la conoscenza del paesaggio dell’area veneziana.