Aa.vv., Iperborea, 2020

Leggende groenlandesi

16.50
Un’isola enorme, la più grande del globo, con i suoi insediamenti sparsi e piccolissimi, unica dimensione sociale possibile per un’umanità che deve fare i conti con i ghiacci del Nord più estremo: questo il paesaggio che fa da sfondo alle storie della tradizione popolare groenlan­dese. I principi, le fate, le fanciulle da salvare e i regni da conquistare delle fiabe europee sono lontani un mondo intero; al centro, qui, c’è la dura quotidianità della sopravvivenza, filtrata attraverso strati ancestrali di miti e animismo che trasfigurano foche, narvali, beluga e tri­chechi – prede importanti per il sostentamento del popolo inuit – umanizzandoli, trasforman­doli perfino in dimore per le anime di coloro che sanno tornare dalla morte. Le due grandi figure nodali, spesso sovrapposte, sono il cac­ciatore, capace di sfamare la sua comunità, e lo sciamano, che grazie a un duro apprendista­to sa farsi intermediario tra l’uomo e le entità della natura che abita. Attorno a loro, spiriti ausiliari, giganti e nani di montagna, donne che sposano volpi e balene, orfani maltrattati che trovano la loro meritata rivalsa e vecchie mangiatrici di polmoni umani, tra arrampica­te verso il paese dei morti in cielo, discese in un aldilà marino, visite all’uomo della luna, antichi codici da osservare, armi portentose e l’onnipresente kayak. Raccolte un secolo fa dal grande esploratore e antropologo Knud Rasmussen e trascritte in danese, la lingua del governo centrale, le Leggende groenlandesi ci consegnano intatto il millenario confronto di questo popolo dei ghiacci con una natura ma­trigna, fatto di paura ma anche di un ricco e originale immaginario con cui superarla.

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