Alberto Camerotto, De Bastiani, 2020
Vedere venezia - treni satirici quotidiani
Opps! sembra che questo titolo sia esaurito!
Inviaci una richiesta che cerchiamo in fondo agli scaffali
Inviaci una richiesta che cerchiamo in fondo agli scaffali
I treni sono un bene comune, sì, proprio il nostro agathòn koinón, come nell’Atene del V sec. a.C. Ci entusiasmavano da bambini, ma da grandi ci piacciono, ci sono indispensabili. Anche e soprattutto quelli locali, quelli dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti, dei professori, dei migranti. Sui treni possono salire tutti, il giudice, il pubblico ministero, l’oceanografo, l’attore, il filosofo, la flautista, i giovani che studiano economia, chimica, architettura. Ma anche la portiera di notte, i fotografi, perfino i turisti. Ci sono in folla gli studenti più giovani di tutte le scuole. È il trasporto pubblico, fatto per la vita delle persone, delle città, delle campagne e delle montagne. È un immediato simbolo della democrazia, sul treno ci incontriamo e facciamo amicizia. Ci si può perfino innamorare sui treni. Certo, ogni giorno è un’avventura. C’è sempre un’inquietudine, non si sa se si parte, non si sa se si arriva…