Pancino Marco Angelo, Mare Di Carta Editore, 2021
Riflessi caraibici
23.50
Un libro di viaggio, se si vuole definirlo.
Un viaggio ai Caraibi compiuto per mezzo di una barca a vela partita dall'isola canaria La Gomera (la stessa di Cristoforo Colombo) e alcuni anni prima da Venezia, col solo autore a bordo, sempre felicemente raggiunto in ogni arcipelago dalla moglie. Queste navigazioni lunghe verso gli arcipelaghi di Canarie, Caraibi e poi Azzorre, non rappresentano pero' l'argomento centrale, anche se sono state la prima motivazione del viaggio e vengono ad esse dedicati due capitoli. Invece, proprio quelle isole, che prima della partenza rischiavano di venir quasi considerate poco piu' che l'inevitabile conseguenza della traversata, sono diventate nientemeno che le protagoniste del libro. Non i viaggiatori e le loro gesta, dunque, che ci sono ma fungono sopratutto da filo conduttore, bensi' proprio le isole, con i loro abitanti, ambienti, atmosfere, situazioni, la loro identita' e la loro storia crudele, nonche' i loro frequentatori e, dietro a questi, una serie di luoghi comuni, opinioni e pregiudizi, sia positivi che negativi.
All'arrivo ci si ritrova disorientati in un mondo di solida realta', sul quale si spandono fantasie, che e' impossibile non aver traghettato con se', e che sono a volte cosi' celebrate da non poterle ignorare, perche' si puo' dire che in un certo senso facciano parte anch'esse della realta' caraibica, cosi' come i turisti in molte localita', ognuno con i suoi Caraibi. L'avvicinamento e' quindi lento, felice e riflessivo insieme. Gli strumenti principali dell'indagine per tentare una comprensione (poiche' e' anche per questo che si viaggia) sono osservazioni, informazione, ascolto, relazione e riflessione, seguendo un po' la logica e un po' la poesia.
Il mezzo di ogni percorso, alla fine, e' sempre la parola.
Un viaggio ai Caraibi compiuto per mezzo di una barca a vela partita dall'isola canaria La Gomera (la stessa di Cristoforo Colombo) e alcuni anni prima da Venezia, col solo autore a bordo, sempre felicemente raggiunto in ogni arcipelago dalla moglie. Queste navigazioni lunghe verso gli arcipelaghi di Canarie, Caraibi e poi Azzorre, non rappresentano pero' l'argomento centrale, anche se sono state la prima motivazione del viaggio e vengono ad esse dedicati due capitoli. Invece, proprio quelle isole, che prima della partenza rischiavano di venir quasi considerate poco piu' che l'inevitabile conseguenza della traversata, sono diventate nientemeno che le protagoniste del libro. Non i viaggiatori e le loro gesta, dunque, che ci sono ma fungono sopratutto da filo conduttore, bensi' proprio le isole, con i loro abitanti, ambienti, atmosfere, situazioni, la loro identita' e la loro storia crudele, nonche' i loro frequentatori e, dietro a questi, una serie di luoghi comuni, opinioni e pregiudizi, sia positivi che negativi.
All'arrivo ci si ritrova disorientati in un mondo di solida realta', sul quale si spandono fantasie, che e' impossibile non aver traghettato con se', e che sono a volte cosi' celebrate da non poterle ignorare, perche' si puo' dire che in un certo senso facciano parte anch'esse della realta' caraibica, cosi' come i turisti in molte localita', ognuno con i suoi Caraibi. L'avvicinamento e' quindi lento, felice e riflessivo insieme. Gli strumenti principali dell'indagine per tentare una comprensione (poiche' e' anche per questo che si viaggia) sono osservazioni, informazione, ascolto, relazione e riflessione, seguendo un po' la logica e un po' la poesia.
Il mezzo di ogni percorso, alla fine, e' sempre la parola.