Cristiano Bettini, Edizioni ETS, 2020

Come progettavano i velieri. Robustezza degli scafi Vol. III

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Il XVIII secolo registra, dopo duemila anni dalla scoperta della legge idrostatica di Archimede, un cambio di passo radicale per l’Architettura navale, che avviene in epoca velica e si concentra scientificamente nei primi decenni del secolo, sebbene la segretezza imposta ad architetti e costruttori abbia ritardato di diversi decenni la divulgazione dei nuovi metodi di progetto e calcolo. Tale svolta si rese possibile grazie agli sviluppi dell’analisi matematica e della meccanica razionale in epoca di rivoluzione scientifica ed illuminista, dove la scoperta dell’equilibrio degli scafi basato sul metacentro, avvenuta verso la metà del secolo stesso ad opera del matematico Eulero e del fisico Bouguer, rappresenta il passo più emblematico di questa svolta epocale, ancora alla base dell’Architettura navale contemporanea. Negli stessi anni gli studi sulla dinamica dei fluidi e sulla resistenza al moto in essi dei corpi solidi, portati avanti da Stevin, Newton, J. Bernoulli, Leibnitz e più tardi da Froude, venivano sviluppati proprio in campo navale. I testi antichi esaminati dall’Autore provengono da Francia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Spagna, Danimarca, Portogallo, Stati Uniti d’America, dagli Stati italiani preunitari e, per via indiretta, dalla Russia. Una singolarità rilevabile ancor oggi è la scarsissima permeabilità tra studi delle varie nazioni, fatta eccezione per le principali competitrici dell’epoca, Gran Bretagna e Francia. L’Autore sviluppa il tema storico e progettuale in modo inedito ed integrandolo con la propria esperienza di governo in mare sia dei grandi velieri che degli yacht, cercando di renderlo accessibile ad un’ampia platea di lettori. Capitoli a parte sono dedicati allo Yachting, che pur nascendo da basi comuni con l’Architettura navale, se ne distaccò progressivamente assumendo una forte autonomia progettuale dai primi decenni dell’Ottocento.

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